Domenica 09 febbraio 2020 – ore 16,00
Centro Eventi “Il Maggiore”
A. Magagni RECITAL PIANISTICO
Musiche di J.S.Bach, L. von Beethoven, S.Prokofiev, J.Sibelius
S. Bach (1685-1750)
Toccata in re magg BMV 912
v. Beethoven (1770-2020: 250° anniversario della nascita)
Sonata op. 26 in la bem magg
Andante con Variazioni
Scherzo: Allegro molto
Marcia funebre sulla morte d’un eroe
Allegro
Chopin (1810-1849)
Ballata n. 4 in fa min. op. 52
Prokofiev (1891-1953)
Sonata n. 6 op. 82
Allegro moderato
Allegretto
Tempo di Valzer lentissimo
Vivace
Magagni inizia all’età di cinque anni lo studio del pianoforte, diplomandosi a diciannove con lode e menzione speciale; in seguito si è diplomato in composizione principale. Ha approfondito gli studi pianistici con corsi di Alto Perfezionamento Musicale. Premiato in numerosi concerti nazionali e internazionali, si è esibito in molti concerti in Italia e all’estero.
Ha collaborato in qualità di pianista ai corsi di perfezionamento musicale; è maestro collaboratore nelle classi strumentali e vocali del Conservatorio Guido Cantelli di Novara e in altre istituzioni accademiche.
In qualità di solista interpreta il repertorio da quello classico e romantico al Novecento. Per quanto riguarda la musica da camera ha in repertorio tutte le composizioni dal duo al quintetto per archi e fiati e pianoforte e buona parte della musica liederistica e del melodramma. La sua formazione musicale comprende inoltre la direzione d’orchestra, lo studio del clavicembalo e della prassi esecutiva del basso continuo
Come compositore ha al suo attivo brani di musica da camera e solistica, una sinfonia per orchestra e brani didattici.
La toccata è la composizione tipica per strumento a tastiera, oltre a rappresentare una delle prime forme specificamente strumentali; lo stesso nome ne suggerisce il carattere improvvisativo.
Le Toccate di J.S. Bach videro la luce durante gli anni che trascorse ad Arnstadt come organista della chiesa di San Bonifacio e nel periodo in cui ricoprì lo stesso incarico alla corte di Weimar E’ significativo che proprio a Weimar Bach imparasse ad apprezzare i nostri musicisti Legrenzi, Albinoni e Bonporti, prendendo dei frammenti delle loro opere violinistiche per elaborarle come fughe per il clavicembalo. Nella Terza delle sette Toccate, quella in re maggiore scritta intorno al 1710, Bach organizza il materiale sonoro con diverse mutazioni di figure ritmiche, imprimendo al brano un carattere estremamente vario e rapsodico. Ciò si verifica nell’Allegro, in cui si irrobustisce e si amplia per cerchi concentrici il tema iniziale espresso in modo vigoroso e sostenuto. L’Andante costituisce un momento di riflessione con i suoi accordi delicati e le sue armonie sospese.
L’op. 26, di L.v. Beethoven si avvale di un impianto in quattro movimenti ma rivoluziona i rapporti fra i movimenti stessi, stabilendo come fulcro il tempo lento, una Marcia Funebre che contrasta con il contenuto quasi disimpegnato degli altri movimenti.
La melodia che apre il tema con Variazioni, viene variata cinque volte; la prima variazione vede l’inserimento di un arpeggio, la seconda la scomposizione del tema, staccato e martellato in contrattempo; la terza, si basa su un lungo sincopato: la quarta torna al tema principale; nella quinta Variazione il tema viene presentato testualmente, ma con l’aggiunta di una voce fiorita, superiore o interna; la conclusione è dimessa. Lo Scherzo è animato da uno slancio entusiastico, non turbato dalla sezione del Trio. La Marcia funebre sulla morte d’un Eroe è il fulcro dell’intera Sonata; il tipico ritmo incalzante della Marcia Funebre viene sottratto alla ufficialità celebrativa, e proiettato verso emozioni più alte, con una solennità inconsueta; Il Finale è un breve Rondò, segnato da un carattere leggero, ma appassionato.
Una delle pagine più belle dell’attività creatrice di F.Chopin: è la Ballata op.52 n.4. La novità delle Ballate di Chopin consiste nel fatto che sono composizioni strumentali e non si riferiscono ad alcun testo letterario, ma esprimono il suo sentimento personale, il ricordo dell’oppressione a cui era costretta la sua terra. La quarta Ballata è dedicata all’allieva Charlotte de Rothschild, baronessa e moglie del celebre banchiere Nathaniel che Chopin aveva conosciuto quando era a Parigi. Scritta nel 1842, sembra sia stata abbozzata già l’anno precedente.
Siamo al momento conclusivo dell’attività creatrice di Chopin, quando produce opere di tale elevatezza da sfuggire alla possibilità di comprensione dei suoi coetanei. Nessuna sua opera ha raggiunto un grado così elevato e intenso,
La produzione sonatistica di S. Prokof’ev che si estende su un periodo di quarant’anni e che riassume l’evoluzione culturale di un grande creatore del 900 , si colloca spontaneamente nella linea di una vecchia tradizione, che era iniziata con Mozart, S. Prokof’ev iniziò la sua carriera come pianista-compositore, cioè come pianista concertista che si presentava al pubblico eseguendo quasi esclusivamente musiche di sua composizione. Eseguita per la prima volta in diretta radiofonica nell’aprile del 1940 la Sonata ha la classica struttura settecentesca: l’Allegro moderato d’apertura segue a grandi linee il percorso della forma-sonata, salvo ridisporre diversamente i materiali della ripresa, forse per dar loro un rilievo maggiore, e preparare così il loro ritorno ciclico in chiusura del brillante Vivace finale. L‘Allegretto assolve, nel carattere espressivo come nella forma, la funzione di uno ”Scherzo”, mentre il tempo lento (il terzo) è quasi un “valzer una sembianza di fantasmatico e grottesco “gioco degli specchi”. che termina nel Vivace dell’ultimo tempo
Lo sviluppo dell’esposizione del tema è costruito da un progressivo accumulo di tensione fino ad un punto culminante, un quasi “ostinato” che lentamente si spegne.