Domenica 04 ottobre 2020 – ore 16,00
Centro Eventi “Il Maggiore”
Quartetto Le Trouillet
Quartetti di W.A. Mozart – edizione integrale
Paola Dusio, Flauto
Antonello Molteni, Violino
Patrizia de Santis, Viola
Alessandra Gilberti, Violoncello
Programma
W.A.Mozart (1756-1791)
I Quartetti per flauto e archi
Quartetto in do magg. KV 285 b
Allegro
Thema (Andantino)
Quartetto in sol magg. KV 285 a
Andante
Tempo di minuetto
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Quartetto in la magg KV 298
Thema (Andante)
Menuetto
Rondeau
Quartetto in re magg. KV 285
Allegro
Adagio
Rondeau
Il Quartetto Le Trouillet prende il nome dal centro policulturale presso Alboussière dove ha debuttato nel 2017 e dove l’ensemble è in residenza artistica.
I suoi componenti sono parti solistiche dell’Orchestra da Camera “I Cameristi del Verbano” complesso strumentale che raccoglie strumentisti provenienti da formazioni quali Teatro Alla Scala,Teatro Regio,Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Essi nel corso di queste esperienze hanno avuto modo di collaborare con direttori quali Claudio Abbado, Riccardo Chailly,Carlo Maria Giulini, Daniel Baremboim, Gary Bertini, Myung-Whun Chung, Karem Asan, Lorin Maazel, Rafael Frübeck de Burgos, Fabio Luisi, Eduardo Mata, Zubin Mehta, Valery Ghierghiev, Wolfgang Sawallisch, Georges Prêtre, Giuseppe Sinopoli e solisti di fama internazionale affinando così il gusto e le proprie capacità musicali.
Nel campo della musica da camera vantano partecipazioni a Festival e Rassegne importanti quali le Stagioni di Musica da Camera della Rai a Torino, il Festival Organistico Internazionale di Senigallia,il Festival in Val di Fiemme,Verbaniamusica, Musica in Villa (Va).
Il loro repertorio va dai primi del settecento sino ai giorni nostri non disdegnando ogni genere musicale.
Mozart compose dal marzo 1770 al giugno 1790, ventitre Quartetti proiettandoli sullo sfondo della Vienna del secondo Settecento che va spegnendosi.
Il manoscritto del Quartetto in do maggiore K 285b, è andato perduto, Improntato ad un gusto classico mira ad inserire in un giusto dosaggio il timbro del flauto nel gioco degli archi. La composizione è avviata dal canto del flauto, ripreso dal violino e seguito da un ritornello dei quattro strumenti. Ancora il flauto espone il secondo tema, sviluppato dal violino e contrappuntato dai vari strumenti La linearità e l’espressività delle modulazioni, indicano anche in questo caso la genialità inventiva mozartiana.
Il Quartetto in sol maggiore K 285a, il cui manoscritto è perduto, inizia con un Allegro con Andantino per flauto violino, viola e violoncello scritto da Mozart a Mannheim tra gennaio e febbraio del 1778.Molto simile nell’impostazione al K285b mette in particolare risalto il gusto classico di Mozart. Il compositore ama far giocare tra loro i quattro strumenti dosandoli abilmente. L’attenzione dell’ascoltatore è richiamata dal continuo dialogare con scioltezza di uno strumento con l’altro.
Il Quartetto in la maggiore K 298, di cui esiste il manoscritto autografo, appartiene di diritto al genere del quartetto “d’airs dialogués” particolarmente in voga nell’ambiente viennese, che prevedeva l’utilizzo di melodie e temi tratti da brani celebri di estrazione popolare o operistica. E in effetti nel Quartetto K298 il primo tempo, Tema con variazioni, si basa sul lied An die Natur di F. A. Hoffmeister; quello del Minuetto, invece su una canzone popolare francese, mentre il Rondò finale su un’aria di Paisiello tratta dall’opera Le gare generose, che venne rappresentata nel 1786 e che Mozart ascoltò a Praga nel 1787. Ed è grazie a queste informazioni che sia la data che il luogo di composizione del Quartetto K 298 possono essere motivatamente collocate al di fuori dei brani scritti per l’incarico ricevuto a Mannheim. Un altro aspetto, non marginale, relativo alla stesura del lavoro riguarda la strepitosa grafia del titolo e delle prescrizioni di andamento del terzo movimento: Mozart scrisse di suo pugno «Rondieaoux» e indica per il tempo «Allegretto grazioso ma non troppo presto, però non troppo adagio. Così-così-con molto garbo ed espressione». Potrebbe sembrare, e forse lo è, uno dei tanti scherzosi divertimenti di cui l’epistolario mozartiano è pieno, ma c’è chi, come A. Einstein, sostiene che «per mezzo della parodia Mozart sfogò l’ira e il disprezzo per quella musica sciocca e insipida con cui un musicista poteva conquistare fama e ricchezze».
ll Quartetto in re maggiore K 285, di cui esiste il manoscritto autografo rappresenta un capolavoro assoluto. La composizione si snoda con tono piacevole e brillante, con la fosforescente leggerezza dell’Allegro, con delicato lirismo all’italiana, arricchito da una serie di spigliate variazioni, affidate volta per volta ai vari strumenti, prima di ritornare al flauto che domina incontrastato nell’ Adagio e la cui malinconica melodia è esaltata dai delicatissimi pizzicati degli archi. Elegante, melodico e armonico è il Rondò finale.